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TU VUOI FA’ L’AMERICANO.

Dal 1946 l’Italia è diventata un protettorato americano. La prova di questo sono le 120 basi americane collocate sulla nostra penisola e soprattutto la perdita dell’identità nazionale e della nostra italianità.

Ci sono infatti due modi che gli imperi hanno sempre utilizzato nella storia per conquistare altri territori e altri paesi. Uno è quello di utilizzare la forza e l’altro è quello di estirpare le tradizioni culturali di un popolo (vedi il genocidio degli indiani d’America iniziato nel 1492 che ha causato più di 100 milioni di morti e il principio “terra nullis” applicato dagli inglesi sugli aborigeni australiani)

Negli ultimi trent’anni dopo il crollo del muro di Berlino del 1989 l’Italia, come molte altre nazioni europee, ha visto un’influenza crescente e pervasiva della cultura made in USA.

Questo fenomeno, noto come americanizzazione, ha portato a un cambiamento significativo nel modo in cui gli italiani vivono, si relazionano e percepiscono la loro scala gerarchica nazionale.

I media americani, dai film di Hollywood alle serie TV, hanno invaso le nostre case, presentando modelli di vita e valori spesso in contrasto con le tradizioni italiane. La glorificazione del sogno americano ha portato molti giovani a sognare una vita più simile a quella degli Stati Uniti, a scapito delle proprie radici culturali. Il rischio è che, con il tempo, le nostre tradizioni locali vengano sempre più percepite come obsolete e inferiori.

Un altro settore fortemente influenzato dall’americanizzazione è la cucina.

Il Fast Food “spazzatura” ha preso piede in molte città italiane contribuendo ad un cambiamento radicale nelle abitudini alimentari.

“La monarchia dell’hamburger” ha avuto un potere manipolatorio talmente penetrante nei nostri giovani che preferiscono il caffè slavato di Starbucks rispetto all’aroma inebriante del nostro caffè espresso. Piatti tradizionali rischiano di essere sostituiti da hamburger e patatine, mentre le ricette locali, tramandate di generazione in generazione, vengono dimenticate.

Questo non è solo un problema di dieta, ma anche di identità: il cibo è uno dei pilastri della cultura italiana.

Anche la nostra lingua dantesca è stata intaccata dall’imperatore a stelle e strisce. L’uso di anglicismi nel linguaggio quotidiano è diventato sempre più comune, soprattutto tra i giovani. Termini inglesi si infilano nel linguaggio colloquiale (vedi il goffissimo e grezzissimo “bro”) rendendo il dialetto i l’italiano standard sempre meno usati.

Questa mescolanza linguistica sebbene possa sembrare innocua, contribuisce a una perdita di espressione autentica e a una diminuzione della ricchezza linguistica italiana.

Anche le festività italiane, ricche di significato e tradizione, rischiano di essere oscurate da celebrazioni americane come Halloween e Black Friday. Questi eventi pur avendo una certa attrattiva, possono far sì che celebrazioni tradizionali (il Natale su tutte) perdano di importanza e sacralità.

L’oligarchia finanziaria di Washington è riuscita a penetrare le nostre menti attraverso l’arma più potente di cui dispone: “le armi di distrazione di massa” i social network.

Questi strumenti di propaganda inneggiano al pensiero unico politicamente corretto; non è più possibile dissentire o pensare altrimenti. I social network americani sembrano la continuazione dell’istituto Luce ai tempi del fascismo; il paradosso è che vengono presentati alle persone come strumenti per conoscere e invece portano ad un isolamento sociale.

Le interazioni on line vanno a sostituire le comunicazioni faccia a faccia, riducendo la qualità delle relazioni interpersonali.

Questa dinamica contribuisce ad un senso di apatia, poiché le persone diventano meno motivate a partecipare attivamente alla comunità e a impegnarsi in esperienze significative.

La costante interruzione dovuta alle notifiche e al flusso incessante di contenuti porta ad una diminuzione delle capacità di concentrazione. Gli utenti abituati a scorrere rapidamente tra post e video sviluppano una forma di disattenzione cronica, rendendo difficile l’impegno in attività più impegnative, come la lettura di libri o articoli complessi.

Questo comportamento non solo riduce la capacità di apprendere, ma promuove anche un atteggiamento passivo verso la curiosità e la coscienza.

L’ emergere dei social media e la diffusione di “celebrità ignoranti” hanno portato i nostri giovani a seguire le icone della musica pop americana e ad abbandonare lo stile italiano anche sul modo di vestire.

Vi siete mai chiesti perché, quando andate in una qualsiasi città internazionale europea se vedete gli adolescenti non riuscite a distinguere l’italiano dal francese, il francese dal tedesco e il tedesco dallo spagnolo?

La tradizione sartoriale italiana, famosa per la sua eleganza e il suo dettaglio è ora vista come obsoleta da molti giovani.

L’americanizzazione ha portato ad una perdita di autenticità e ad una standardizzazione nelle scelte di moda.

La monarchia del dollaro non si è fermata qui. È riuscita a distruggere uno dei capisaldi più forti della nostra società: la famiglia.

Tradizionalmente la famiglia italiana è stata caratterizzata da legami stretti con un forte valore attribuito alla comunità e alle tradizioni.

Le famiglie si riunivano spesso attorno a tavole imbandite condividendo momenti significativi e mantenendo viva una cultura di appartenenza. Oggi sono rimaste solo le tavole imbandite e intrise di capitalismo e attaccamento ai beni materiali.

La maggior parte delle famiglie non esistono più, sono divise e hanno trasformato i bambini in pacchi postali (degni della logistica americana di Amazon).

Film, serie tv e programmi di intrattenimento filoamericani hanno promosso una visione della famiglia meno centrata sui legami di sangue e più sull’individualismo. Questa rappresentazione ha contribuito a diffondere l’idea che il modello famigliare tradizionale sia superato o addirittura oppressivo, spingendo molti giovani ad abbandonare il sogno famigliare.

Potrei toccare anche altri argomenti legati all’americanizzazione che ha pervaso le nostre vite come il femminismo esasperato, la teoria gender o il distacco completo degli individui dal mondo del lavoro…Ma mi fermo qui.

Spero di essere riuscito a farvi arrivare un messaggio differente ricco di spunti da approfondire per capire meglio quello che sta succedendo alla nostra gloriosa civiltà. 

Un grande abbraccio.

Paolo Borghetti

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TU VUOI FA’ L’AMERICANO.

Dal 1946 l’Italia è diventata un protettorato americano. La prova di questo sono le 120 basi americane collocate sulla nostra penisola e soprattutto la perdita dell’identità nazionale e della nostra italianità.

Ci sono infatti due modi che gli imperi hanno sempre utilizzato nella storia per conquistare altri territori e altri paesi. Uno è quello di utilizzare la forza e l’altro è quello di estirpare le tradizioni culturali di un popolo (vedi il genocidio degli indiani d’America iniziato nel 1492 che ha causato più di 100 milioni di morti e il principio “terra nullis” applicato dagli inglesi sugli aborigeni australiani)

Negli ultimi trent’anni dopo il crollo del muro di Berlino del 1989 l’Italia, come molte altre nazioni europee, ha visto un’influenza crescente e pervasiva della cultura made in USA.

Questo fenomeno, noto come americanizzazione, ha portato a un cambiamento significativo nel modo in cui gli italiani vivono, si relazionano e percepiscono la loro scala gerarchica nazionale.

I media americani, dai film di Hollywood alle serie TV, hanno invaso le nostre case, presentando modelli di vita e valori spesso in contrasto con le tradizioni italiane. La glorificazione del sogno americano ha portato molti giovani a sognare una vita più simile a quella degli Stati Uniti, a scapito delle proprie radici culturali. Il rischio è che, con il tempo, le nostre tradizioni locali vengano sempre più percepite come obsolete e inferiori.

Un altro settore fortemente influenzato dall’americanizzazione è la cucina.

Il Fast Food “spazzatura” ha preso piede in molte città italiane contribuendo ad un cambiamento radicale nelle abitudini alimentari.

“La monarchia dell’hamburger” ha avuto un potere manipolatorio talmente penetrante nei nostri giovani che preferiscono il caffè slavato di Starbucks rispetto all’aroma inebriante del nostro caffè espresso. Piatti tradizionali rischiano di essere sostituiti da hamburger e patatine, mentre le ricette locali, tramandate di generazione in generazione, vengono dimenticate.

Questo non è solo un problema di dieta, ma anche di identità: il cibo è uno dei pilastri della cultura italiana.

Anche la nostra lingua dantesca è stata intaccata dall’imperatore a stelle e strisce. L’uso di anglicismi nel linguaggio quotidiano è diventato sempre più comune, soprattutto tra i giovani. Termini inglesi si infilano nel linguaggio colloquiale (vedi il goffissimo e grezzissimo “bro”) rendendo il dialetto i l’italiano standard sempre meno usati.

Questa mescolanza linguistica sebbene possa sembrare innocua, contribuisce a una perdita di espressione autentica e a una diminuzione della ricchezza linguistica italiana.

Anche le festività italiane, ricche di significato e tradizione, rischiano di essere oscurate da celebrazioni americane come Halloween e Black Friday. Questi eventi pur avendo una certa attrattiva, possono far sì che celebrazioni tradizionali (il Natale su tutte) perdano di importanza e sacralità.

L’oligarchia finanziaria di Washington è riuscita a penetrare le nostre menti attraverso l’arma più potente di cui dispone: “le armi di distrazione di massa” i social network.

Questi strumenti di propaganda inneggiano al pensiero unico politicamente corretto; non è più possibile dissentire o pensare altrimenti. I social network americani sembrano la continuazione dell’istituto Luce ai tempi del fascismo; il paradosso è che vengono presentati alle persone come strumenti per conoscere e invece portano ad un isolamento sociale.

Le interazioni on line vanno a sostituire le comunicazioni faccia a faccia, riducendo la qualità delle relazioni interpersonali.

Questa dinamica contribuisce ad un senso di apatia, poiché le persone diventano meno motivate a partecipare attivamente alla comunità e a impegnarsi in esperienze significative.

La costante interruzione dovuta alle notifiche e al flusso incessante di contenuti porta ad una diminuzione delle capacità di concentrazione. Gli utenti abituati a scorrere rapidamente tra post e video sviluppano una forma di disattenzione cronica, rendendo difficile l’impegno in attività più impegnative, come la lettura di libri o articoli complessi.

Questo comportamento non solo riduce la capacità di apprendere, ma promuove anche un atteggiamento passivo verso la curiosità e la coscienza.

L’ emergere dei social media e la diffusione di “celebrità ignoranti” hanno portato i nostri giovani a seguire le icone della musica pop americana e ad abbandonare lo stile italiano anche sul modo di vestire.

Vi siete mai chiesti perché, quando andate in una qualsiasi città internazionale europea se vedete gli adolescenti non riuscite a distinguere l’italiano dal francese, il francese dal tedesco e il tedesco dallo spagnolo?

La tradizione sartoriale italiana, famosa per la sua eleganza e il suo dettaglio è ora vista come obsoleta da molti giovani.

L’americanizzazione ha portato ad una perdita di autenticità e ad una standardizzazione nelle scelte di moda.

La monarchia del dollaro non si è fermata qui. È riuscita a distruggere uno dei capisaldi più forti della nostra società: la famiglia.

Tradizionalmente la famiglia italiana è stata caratterizzata da legami stretti con un forte valore attribuito alla comunità e alle tradizioni.

Le famiglie si riunivano spesso attorno a tavole imbandite condividendo momenti significativi e mantenendo viva una cultura di appartenenza. Oggi sono rimaste solo le tavole imbandite e intrise di capitalismo e attaccamento ai beni materiali.

La maggior parte delle famiglie non esistono più, sono divise e hanno trasformato i bambini in pacchi postali (degni della logistica americana di Amazon).

Film, serie tv e programmi di intrattenimento filoamericani hanno promosso una visione della famiglia meno centrata sui legami di sangue e più sull’individualismo. Questa rappresentazione ha contribuito a diffondere l’idea che il modello famigliare tradizionale sia superato o addirittura oppressivo, spingendo molti giovani ad abbandonare il sogno famigliare.

Potrei toccare anche altri argomenti legati all’americanizzazione che ha pervaso le nostre vite come il femminismo esasperato, la teoria gender o il distacco completo degli individui dal mondo del lavoro…Ma mi fermo qui.

Spero di essere riuscito a farvi arrivare un messaggio differente ricco di spunti da approfondire per capire meglio quello che sta succedendo alla nostra gloriosa civiltà. 

Un grande abbraccio.

Paolo Borghetti

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